Riabilitazione dello Sportivo

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RIABILITAZIONE DELLO SPORTIVO: cos’è?

La riabilitazione dello sportivo è un approccio multidisciplinare al trattamento di patologie riconducibili ad un gesto atletico finalizzato e al recupero rapido e completo del distretto anatomico interessato.

 

L’obbiettivo primario è il ritorno alle attività sportive precedenti all’infortunio, sia che si tratti di un atleta amatoriale sia professionista.
Gli infortuni che più frequentemente colpiscono gli sportivi riguardano le lesioni legamentose e quelle muscolari sia di natura post traumatica (per es. lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio nel calciatore) sia da sovraccarico (es. le lesioni del tendine d’Achille degenerative del saltatore in lungo).
Altre condizioni frequenti sono le fratture ossee, patologie infiammatorie articolari e peri-articolari.

Trattamento

La riabilitazione sportiva in genere inizia con un trattamento finalizzato alla riduzione della sintomatologia dolorosa (terapie fisiche e farmacologiche).
Un’ importante componente della riabilitazione dello sportivo è rappresentata dall’esercizio fisico (passivo e attivo-assistito) inteso come mobilizzazione finalizzata al recupero del corretto range articolare senza dolore, l’esercizio invece come recupero della forza e della resistenza muscolare.
La parte finale del recupero dell’atleta comprende una serie di esercizi sport-specifici finalizzati al recupero del gesto atletico in assenza della “paura” del re-infortunio.
L’esercizio fisico è volto sia al recupero funzionale completo sia alla prevenzione del re-infortunio; ad esempio, l’atleta affetto da l’epicondilite necessiterà nella fase finale di un programma di potenziamento dei muscoli estensori del polso.
Tali muscoli sono, infatti, meno forti dei muscoli flessori e pertanto più esposti a patologie da sovraccarico come è appunto l’epicondilite.
Un altro esempio è rappresentato dall’atleta affetto da lesione distrattiva dell’inserzione dei flessori della coscia che eseguirà esercizi di potenziamento e di stretching dei muscoli lesionati per assicurare una simmetrica forza ed elasticità.

Differenze con il paziente non sportivo

In generale possiamo dire che il modus operandi del fisioterapista è differente rispetto a un paziente non sportivo. Spesso infatti c’è una maggiore frequenza delle sedute, soprattutto se occorre riabilitare il paziente prima di una gara, e inoltre si hanno tempi di recupero differenti dettati dalla buona condizione fisica e il più delle volte anche dalla giovane età dei soggetti trattati (che sono per lo più under 40).
L’intensità, la qualità e la quantità degli esercizi proposti sarà differente rispetto a un paziente non sportivo, poiché l’obbiettivo del ciclo fisioterapico in questo caso non riguarda solo il ripristino delle capacità motorie della regione lesa, ma il recupero ottimale della performance sportiva che il soggetto aveva prima dell’infortunio.
Infine, oltre l’aspetto strutturale, grande importanza nel protocollo riabilitativo viene data all’aspetto psicologico – motivazionale: molto frequente il fisioterapista in ambito sportivo deve saper “gestire” la grande motivazione del paziente, dato che solitamente ha molta voglia di tornare ad allenarsi il prima possibile, altrimenti si può verificare il rischio che il soggetto esegua più esercizi del dovuto o che torni muoversi senza aspettare i tempi biologici indicati, rallentando i progressi ottenuti. Oppure al contrario, saper riconoscere la “fragilità” di un atleta che ha subito un infortunio.

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