La Fascite Plantare – Cause – Rimedi

La Fascite Plantare – Cause – Rimedi

Con il termine Fascite Plantare si intende un insieme di sintomi a prevalenza dolorosa che coinvolge la fascia plantare.
Fra le cause non traumatiche che comportano dolore al piede è la più diffusa.
Negli Stati Uniti colpisce il 10% delle persone almeno una volta nell’arco della vita, l’83% di questi pazienti sono soggetti attivi ed hanno l’età compresa tra i 25 e i 65 anni.

La fascite plantare costituisce la causa di infortunio di circa il 10% dei corridori, ed ha un’incidenza maggiore negli sportivi che praticano un’attività in cui il piede subisce delle sollecitazioni prolungate; più di un terzo dei pazienti presenta gli stessi sintomi in entrambi i piedi.
La fascia plantare superficiale occupa il piano superficiale della pianta, al di sotto dello strato sottocutaneo.

Si divide in tre parti: intermedia, laterale e mediale che ricoprire i tre corrispondenti gruppi di muscoli plantari.

La fascia plantare profonda è distesa sulle ossa metatarsali e sui muscoli interossei plantari. Funzionalmente la fascia plantare serve a stabilizzare e sorreggere l’arco plantare longitudinale; uno studio ha stimato che venga sollecitata con una forza pari fino al 14% del peso totale che riceve il piede.

I SINTOMI 

Il dolore solitamente è avvertito alla base del calcagno, dove la fascia plantare s’inserisce sul tubercolo mediale del calcagno; talvolta viene avvertito a livello del mesopiede o sotto le teste metatarsali. Il dolore di solito è più forte al mattino quando si muovono i primi passi, dopo un lasso di tempo in stazione eretta o in posizione seduta, quando si salgono le scale e dopo intensa attività.

LE CAUSE

Le cause non sono chiare ma sicuramente multifattoriali: i fattori intrinseci includono un elevato peso corporeo, la presenza di una spina calcaneare, l’eccessiva pronazione del piede, il piede piatto o troppo arcuato.
I fattori estrinseci includono l’uso di calzature inadeguate che non offrono un corretto sostegno dell’arco plantare, occupazioni che necessitano di molte ore in piedi ed un rapido aumento dell’attività fisica.
Questi fattori se presenti contemporaneamente possono causare un sovraccarico patologico ai danni della fascia plantare.

RIMEDI

L’obbiettivo del Progetto Riabilitativo è quello di consentire al soggetto il ritorno alle attività della vita quotidiana o all’attività agonistica nel più breve tempo possibile attraverso un programma che miri alla riduzione del sintomo dolore e al recupero della funzione articolare, dell’efficienza muscolare e della sensibilità propriocettiva.
Nella prima fase del trattamento conservativo si associano terapie fisiche quali la Tecar e gli Ultrasuoni, ad esercizi di stretching della fascia plantare e del tendine d’Achille da ripetere quotidianamente 4-5 volte al giorno in posizione seduta e in piedi con l’ausilio del muro, di un gradino o di un piano inclinato.
Inoltre è fondamentale l’apporto del Fisioterapista che tramite tecniche di mobilizzazione articolare del piede e della caviglia e Tecniche Miofasciali di massaggio connettivale profondo sui muscoli flessori plantari può favorire la risoluzione del problema, decidendo eventualmente di servirsi di un tape calcaneare o kinesio tape.

In una seconda fase riabilitativa, diminuendo la sintomatologia, si potrà iniziare un programma di rinforzo muscolare e propriocettivo volto a riportare il paziente ai suoi livelli pre-infortunio.

IL PODOLOGO

Essendo i trattamenti conservativi suggeriti come primo approccio dalla letteratura internazionale, il podologo riveste un ruolo fondamentale nella gestione iniziale della fascite plantare e nella prevenzione, sia dell’episodio primario che delle recidive, soprattutto per gli atleti, i quali sono maggiormente esposti a questo problema a causa della maggiore richiesta funzionale dell’attività sportiva praticata. Il podologo innanzitutto ha un ruolo importante nell’individuazione dei fattori predisponenti tramite un’accurata anamnesi ed esame obiettivo.

Oltre alla terapia fisica, ai bendaggi funzionali e agli esercizi per l’allungamento muscolare, il  trattamento d’elezione è sicuramente un’ortesi plantare che sia in grado di controllare la sindrome pronatoria/supinatoria del paziente laddove se ne rilevi in esse la causa scatenante.

 

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